Esile, sottile, schiva, mani nervose che, a volte, tiene nascoste quasi non volesse svelare il segreto del suo saper fare. Gli occhi sono vivaci, profondi, capaci di illuminarsi o incupirsi e di mostrare pensieri ed emozioni come può fare solo chi possiede valori reali. Paola Ravasio è artista vera. La sua opera è sinceramente coerente con la sua persona, non è un artifizio creato per stupire, ma stupisce.

Sculture potentissime fatte di materia bianca e vellutata come il gesso o tecnologicamente innovativa come la vetroresina, si impongono all’attenzione dell’osservatore esercitando una vera e propria attrazione magnetica. Risulta ben comprensibile il messaggio artistico di Paola Ravasio: ci racconta come siamo. Ci svela con parole chiare la fatica del vivere e il bisogno di realizzazione che è in ognuno di noi.

Sculture Studio, courtesy foto Mario Chiodetti

La continua ricerca della Energia Vitale che sente dentro di sé la conduce, inoltre, ad attingere motivazione e determinazione che si traduce, nelle sue sculture, in un messaggio di vera speranza: “L’uomo possiede dentro di sé tutte le risorse di cui necessita per superare le difficoltà ed è su queste risorse che deve imparare a far leva per trovare la forza, per combattere la sua personale battaglia”.

FORZA. Questa è la parola chiave che si trasforma in VITA capace di sconfiggere la NON VITA. Quella che anima le forme antropomorfe di Paola Ravasio è energia pura contrapposta alla ottusa geometria di una materia fredda, razionale, incapace di emozioni. Esseri umani ancora in forma embrionale che vogliono nascere alla libertà

Daniela Croci Silvuni
Paola Ravasio Paola Ravasio, courtesy foto Marco Valenti

L'energia di Paola Ravasio si manifesta non soltanto nell'insostenibile paragone tra la sua figura minuta e la potenza delle sue opere: schizzi, disegni, gessi, bronzi, terrecotte. Diventa contraltare a tanta parte dell'arte contemporanea scientemente stanca e in lento cammino verso l'ineluttabile fine.

I suoi sono corpi che sprizzano forza e tensione, forme che s'intrecciano e s'annodano, che si cercano, s'inglobano, fanno massa lungo una vigorosa, muscolosa metamorfosi in cui diventano qualcos'altro, pienezze che occupano tutti i possibili vuoti, per primi quelli dell'esitazione e della paura.

C'è qualcosa di originario e primordiale, di mitico, argonautico in questa vitalità che rilancia se stessa e infatti il rimando corre a forme classiche, al Laoconte della scuola di Rodi. Se vogliamo hanno un possente ritmo beethoveniano che incarna da una parte la determinazione a resistere all'urto del destino e, dall'altra, l'incontenibile volontà di reagire e contrattaccare perchè l'umiliazione più grande sarebbe quella di subire.

Dalmazio Ambrosioni